Coerenza: relazione chiave con l’identità

Alla luce della lettura dei testi di Primo Levi e di François Jullien si può definire una relazione chiave tra il concetto di coerenza e quello di identità. Risulta infatti evidente che l’identità, e più in generale il perché dell’esistere di qualcosa, sia dato non esclusivamente dalle sue proprietà intrinseche, ma anche dalla sua relazione con il mondo esterno. Ne “La chiave a stella” ciò si trova nel rapporto uomo-lavoro: il lavoro è il mezzo che si ha per interfacciarsi con la società e la natura, dunque è necessario che sia il più possibile coerente con chi l’uomo è effettivamente, affinché quest’ultimo si possa rispecchiare nella sua opera e riempire di significato la sua esistenza.
Un discorso simile può essere fatto per un qualsiasi oggetto. Essi trovano la loro identità non nell'esistere di per sé, ma nel rapporto con l'esterno, nella loro utilità. Inoltre il prodotto stesso definisce parte dell'identità del produttore, sia come opera in sé, sia come esperienza, che nel suo svolgersi nel tempo e nella durata modifica la personalità del produttore.

"A scuola mi avevano insegnato il concavo ed il convesso: bene, io sono diventato un montatore convesso, e i lavori concavi non fanno più per me."

                                                                  (Primo Levi, La chiave a stella, Einaudi, Torino, 2014, p.25)







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