La parola coerente deriva dal latino co-haerere, che si traduce “essere attaccato”, “essere strettamente unito” ¹.
Nel suo libro “Essere o vivere. Il pensiero occidentale ed il pensiero cinese in venti contrasti”, François Jullien, sostiene che in occidente sia stato Eraclito il primo a sviluppare la logica della coerenza, “Aprendo i contrari l’uno all’altro senza mediazione, associandoli in modo oppositivo senza coordinarli, Eraclito prende apertamente posizione: lascia accadere nella sua parola la coerenza innata delle cose che il discorso ordinario di significazione, disgiuntivo com’è, finisce sempre per occultare […]” ³. Il filosofo francese accosta la categoria filosofica di coerenza al pensiero cinese, essendo questo rivolto a guardare le cose nella loro relazione con il resto della realtà, quando invece il mondo occidentale tende a ricercare in ogni cosa la sua essenza. Egli scrive riguardo alla lingua-pensiero cinese che "Non ha pensato l'atomo come elemento primario; non ha nemmeno pensato a "Dio" come un creatore isolato: ha pensato il "Cielo" non a parte, ma in correlazione con la Terra."².
Sempre Jullien scrive poi, a proposito dello scarto tra il pensiero occidentale, legato al senso, e quello cinese: "Mentre lo scopo del senso é deiscente e dischiudente-e ha trasformato la vita in enigma, ragion per cui non ha saputo disfarsi di un pensiero della salvezza-, il pensiero della coerenza fa entrare nell'economia delle cose (o, come la chiamavano i greci, nella loro "sintassi", syn-taxsis). Non c'é più bisogno di ricorrere al racconto esplicativo (per rispondere all'enigma), di elaborare un mythos: la sola descrizione delle cose, scorrendo nella sottile nervatura dei loro appaiamenti, é sufficiente."¹.
Taijitu, simbolo della cultura cinese che rappresenta lo yin e lo yang |
³ Francois Jullien, Essere o vivere. Il pensiero occidentale ed il pensiero cinese in venti contrasti, Feltrinelli, Milano, 2019, p.92.
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